In occasione dell'anniversario dell'omicidio di Falcone e Borsellino,ho ripreso in mano alcuni dei tantissimi libri sulla mafia e sull'antimafia presenti nella mia libreria. "Affascinata" da questo infame fenomeno italiano ho studiato le Mafie nelle loro mille sfaccettature, dalla nascita dell'organizzazione alla odierna presenza della criminalità organizzata ormai radicata e ufficializzata in parecchie istituzioni e partiti politici. Ho capito quella mentalità così distorta che porta alcune comunità, tacitamente e inconsciamente, a produrre un condizionamento del sottosuolo civile. Un'omertà velata, invisibile ma ancora esistente. E così ho scoperto anche la sorgente di molti problemi del nostro paese .Sin dall'inizio ho sempre pensato alla Mafia attuale come un pane nato da un lievito madre che si rigenera in continuazione dalla sua stessa pasta , un ciclo continuo ormai radicato e che difficilmente sarà divelto anche nelle piccole abitudini di tutti i giorni. Falcone stesso suggeriva di non mitizzare la mafia con appellativi mostruosi e immaginari,i quali tendevano solo ad aumentare lo spettro stesso del fenomeno, ma spiegava che "la mafia è un fatto umano e come tale è destinata a finire". Questa prospettiva concreta, pragmatica e reale della mafia è stata di fondamentale aiuto e supporto anche per Don Luigi Ciotti, il fondatore di quella "zappa" innovativa che finalmente sta cercando di tagliare quelle maledette radici così forti, così grosse che nessuno ha mai tolto. Don Ciotti ha cominciato ad andare nelle scuole del sud per eliminare quell'idea malsana e comune che "di certe cose non si possa parlare" che "Quella persona decide tutto" che "meglio farci i fatti nostri" e che tanto nulla cambierà mai. Ha fatto capire che ognuno può, anzi deve, ragionare con la propria testa .Un'educazione a livello basilare sin dalle scuole elementari che Don Ciotti ha iniziato anche in ricordo di Don Pino Puglisi,un parroco ucciso dalla camorra proprio perchè toglieva la droga di mano ai baby pusher e li portava a giocare e a studiare in oratorio. Don Luigi Ciotti ha fondato l'associazione LIBERA con l'auspicio di diffondere questa cultura dell'autodeterminazione di ognuno e della libertà civile e fisica di tutti gli abitanti di queste belle regioni del Sud. Don Ciotti ha cercato di riutilizzare i terreni e gli immobili sequestrati alla mafia per dare lavoro ai tanti giovani disoccupati e volenterosi che hanno scelto la legalità. Da questo lavoro libero e legale hanno ottenuto dei prodotti ottimi coltivati in terre stupende così da poter Generare da una "vecchia radice marcia" dei frutti nuovi e produttivi.
LIBERA CONTRO LE MAFIE
2 commenti:
Ho letto con molto piacere il tuo post, è davvero ora di fare qualcosa di concreto per riabilitare il nostro Paese
Anch'io ho apprezzato molto questo post, che condivido in pieno.
La mafia non è solo una associazione a delinquere (come lo è anche la politica italiana...), ma una mentalità contorta radicata nella gente e va combatutta anche con la cultura, non solo al sud, ma in tutta l'Italia (perché chi dice che nel nord Italia non esiste la mafia è un ingenuo che favorisce la mafia stessa...).
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